Un minatore, picconando incessantemente le pareti di roccia di Lurisia (all’epoca, ai primi del ‘900 si chiamava Nivolano), fece uscire per caso un fiotto di acqua sorgiva. Da bere era ottima, ma si rivelò fin da subito “magica”: era in grado, si diceva, di rimarginare le ferite in pochissimo tempo. Non è però una leggenda quello che viene dopo. Era il 1918 e Marie Curie, scienziata già di enorme fama mondiale dopo aver vinto il Premio Nobel, arrivò a Lurisia e confermò le eccezionali proprietà terapeutiche dell’acqua per il suo essere “radioemanante”. Niente più magia, ma scienza. E così dagli anni’40 si decise di costruire attorno un’area di relax, dove dominassero salute e benessere. D’altronde, circondata dai monti e con l’aria pura, Lurisia è un luogo di vacanza, a due passi dalle stazioni sciistiche e dotata di ogni comfort per il corpo e per la mente. Qui si fanno i fanghi, i massaggi, si può visitare in certi periodi dell’anno proprio la grotta Garbarino da cui partì tutto e la via Maria Curie. Ma soprattutto ci sono fontane e rubinetti dappertutto. Troverete due bottoni con la doppia scelta. Le terme utilizzano infatti due fonti termali diverse: la “Garabarino”, che è un farmaco vero e proprio (e, come tale, va utilizzato sotto il controllo diretto del medico) e la Santa Barbara, un’acqua minimamente mineralizzata particolarmente leggera con ottime proprietà diuretiche e depurative. Entrambe vengono utilizzate a scopi curativi esclusivamente all’interno dell’istituto idrosanitario. Poco sopra c’à invece il vero e proprio stabilimento di “Acqua Lurisia”, le bottiglie che poi raggiungono tutta Italia. Ne fu permesso l’imbottigliamento e la vendita, tramite un decreto che arrivata direttamente dal Ministero delle Sanità che portò, così, l’acqua della Fonte Santa Barbara di Lurisia sulle labbra di tutti.
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